XVI-Scuola di canottaggio

XVI

Taranto 2013

MAR PICCOLO

a.

Scuola di canottaggio / Studio di fattibilità.

Lisboa © Photography Antonio Monaci 2010

Mar Piccolo, Taranto 2013

Scuola di canottaggio / Planimetria della piattaforma galleggiante.
Scuola di canottaggio / Veduta del corridoio centrale / © Antonio Monaci 2013

L’ISOLA

L’architettura è attività che trasfigura, modifica gli spazi in luoghi; occasioni di socialità. È evidente quindi che il lavoro di trasformazione sia, nel tempo, alla base di ogni processo architettonico.

In questo progetto ci confrontiamo con un contesto storico-urbano di elevato interesse in una posizione geografica unica: la Città Vecchia di Taranto.

La piattaforma galleggiante e lo scheletro d’acciaio rimasto come rovina, testimonianza nel tempo di una perseverante incuria, si mostra oggi ai nostri occhi come tessera di un mosaico che racconta l’Isola come uno spazio urbano lasciato in un generale e triste degrado.

Nell’idea che deve caratterizzare l’interezza di questo spazio urbano, ovvero la volontà da parte dell’amministrazione del suo recupero, questo progetto si identifica come un gesto che possa generare fioritura fra la città, i suoi indigeni e l’infinibile piano blu del mare.

La semplicità delle forme esistenti e l’utilizzo di materiali poveri, sono le scelte generatrici per una rinascita architettonica. L’organismo (vivente perché vissuto) acquisirà un aspetto di totale rinnovamento, divenendo spazio di attività sportive e al contempo punto di riferimento per il lungomare di Corso Garibaldi e per gli abitanti del luogo. In questo recupero troveremo non un esclusivo se pur importante benessere visivo (l’estetica dell’architettura), ma nella sua funzionalità un organo vivo di attività sociale per il quartiere, un piccolo teatro di quella che può rappresentare la nuova vita dell’Isola.

Una micro architettura offrirà nuovi stimoli ai giovani che la utilizzeranno, sarà luogo di gioco, incontri e socialità: co-motore per la rinascita.

L’AREA D’INTERVENTO: STATO ATTUALE

La piattaforma galleggiante oggetto di intervento, un rettangolo di circa 430 metri quadri (ca.24×18 ml), è situata lungo il Mar Piccolo, all’inizio di Via Garibaldi, appena sotto la Discesa Vasto.

Gli elementi portanti della piattaforma non appaiono danneggiati in maniera significativa, al contrario dell’impalcato in legno che presenta estese superfici mancanti.

La struttura metallica sovrastante la piattaforma – ciò che resta del precedente intervento – è staticamente efficiente e quindi vantaggiosamente riutilizzabile attraverso un suo puntuale restauro.

LA DESTINAZIONE D’USO

Il progetto prevede il recupero della piattaforma a scopo sportivo-culturale, sarà infatti sede di attività sportive dilettantistiche nelle discipline acquatiche (in merito vedasi “Istanza di Comodato d’Uso per la piccola Piattaforma Galleggiante sita in Mar Piccolo – Città Vecchia” richiesta al Comune di Taranto dall’Associazione Sportiva Dilettantistica Tiki Team Taras).

Dal restauro della struttura esistente in profilati d’acciaio, si mantengono ed  individuano in particolare due blocchi funzionali (2,85 ml d’altezza), il blocco Ovest alloggierà una rimessa-magazzino per canoe (72 mq), il blocco Est una piccola palestra (25 mq), uno spogliatoio (22 mq), servizi igienici (10 mq) ed un piccolo bar-ufficio (17 mq), con un contenuto aumento di volume (7 mq per 2,85 ml d’altezza). 

PROGETTO E COSTI

Il progetto si propone di tamponare l’ossatura esistente, mantenendo la configurazione a due blocchi separati. Questi sono poi resi omogenei dall’impiego di materiali naturali che interagiscono perfettamente con il contesto senza risultarne estranei.

Nel blocco est lo scheletro metallico esistente viene tamponato con pannelli isolanti rivestiti in legno, ciò permette di ottenere un adeguato comfort termico nei diversi ambienti (palestra, spogliatoi, servizi igienici, bar/ufficio).

Al contrario, nell’ottica dell’ottimizzazione delle risorse, il blocco ovest, adibito solo a rimessa, non è termicamente isolato e non è dotato di alcun tipo di impianto eccetto quello elettrico.

Per quanto riguarda l’aspetto più strettamente architettonico, la volontà è quella di conferire matericità all’intervento per farlo risultare elemento tangibile del vissuto quotidiano, architettura nel senso “nobile” della parola. Uno strato di iuta impregnato di resina riveste i blocchi, una sorta di “pelle” che conferisca identità al volume, legandolo alla naturalità del mare.

I costi per il recupero della piattaforma e per le suddette scelte architettoniche di progetto (materiche ed impiantistiche), sono stimati intorno ai 110’000 € (cifra da approssimare ad un tasso del 10%). In relazione allo stato attuale da verificare, le opere di urbanizzazione qualora non esistenti ed il loro costo dovranno essere concordate in maniera puntuale con l’amministrazione comunale, unico soggetto che potrà definirne in maniera compiuta i caratteri.

Progetto, architetti: Antonio Monaci, Anna Maria Giordano, Benedetta Agostini.

Zürich 2013

Accesso alla piattaforma / © Antonio Monaci 2013

L’uso

dei

materiali:

Corda
Telo in Iuta tinteggiato di nero
Pannelli in legno truciolare